Gurwinder viene dal Punjab, lavora come bracciante nell'Agro Pontino e vive con il resto della comunità sikh in provincia di Latina. Anche la mediatrice culturale Hardeep è indiana, ma nata e cresciuta in Italia parla con accento romano. Lei cerca di riscattare la fatica di una famiglia emigrata molto tempo prima, lui è costretto ad assumere sostanze dopanti per reggere i pesanti ritmi di lavoro e mandare i soldi in India. Due storie che si intrecciano nel corso di una giornata, dalle prime ore di luce nei campi alla preghiera serale presso il tempio. Il linguaggio del documentario si unisce alle danze punjabi, raccontando senza retorica l'umiliazione dello sfruttamento. Un duro lavoro di semina, il cui meritato raccolto, tra agognati permessi di soggiorno e buste paga fasulle, sembra essere ancora lontano.