Il Piave, quarto fiume italiano, nel suo ultimo tratto corre in pianura, dalle prealpi al mare, caratterizzando una ampia parte del veneto orientale con la forma complessa di un delta, che fin dall'antichità è teatro di una paziente e geniale presenza dell'uomo. Il fiume segna i paesaggi che attraversa come un destino e ne è a sua volta modificato: l'acqua è nutrimento, igiene, energia, percorso, ostacolo, pericolo.
Niente dà più unità e significato a questo paesaggio, le mappe dell'acqua sono le più eloquenti dei valori di tradizione e sviluppo di questa regione con mille differenze, come quelle che vedete in questi disegni.
Il fiume Piave vero e proprio rappresenta solo la dorsale di un sistema che ha sui lati i fiumi Sile e Livenza, con i quali scambia nel tempo i flussi delle acque, regolati con tagli e chiuse nella spinta verso il mare e verso la laguna di Venezia, della quale il fiume è uno dei fattori primari di equilibrio. Dove ha mantenuto i suoi caratteri appare un sistema sofisticato, non così facile da percorrere e da capire, un museo archeologico vivente estremamente autentico, di enorme vastità ma classificato come "minore", perché privo di effetti drammatici o speciali.
Áˆ però fragile, perché è venuta meno la manutenzione quotidiana della società contadina e la complessità biologica che garantiva sussistenza a quel patrimonio minore fatto di strade storiche, aziende agricole e borghi rurali, oggi reso illeggibile da una forte domanda di mobilità che ne ha alterato per sempre gli equilibri. Del resto non appare ancora ne modulare ne funzionale ai canoni del consumo turistico. E' evidente che tradizione e sviluppo si sono dati le spalle e ora devono tornare a confrontarsi.
