Il lavoro del sabotier, il costruttore degli zoccoli, viene seguito in tutte le sue fasi, immutabili nel tempo, così come l'autore le ricordava nella sua infanzia.
«L'idea base del film era questa: una specie di felicità trovata all'interno di se stessi, dopo una vita spesa bene e molto saggia. Contrariamente a come ho fatto in seguito, l'ho girato con un découpage molto preciso, perché non sapevo dove andavo e volevo sapere se potevo usare una macchina da presa… In realtà, me l'ero dimenticato, si trattava di un "remake": avevo fatto, in 9,5, una prima versione di Le sabotier verso i quindici-sedici anni, prima di andare a Parigi. Era soltanto un documentario, molto più che il secondo perché io mi trovavo in loco, mi trovavo in quella casa: pertanto non avevo il ricordo di quella casa, ma ho filmato quel che avevo davanti ». (Jacques Demy).