Dalle calde sorgenti naturali di acqua termale alle grandi caldere per arrivare alle caratteristiche strutture delle centrali geotermiche, attraversiamo il paesaggio naturale e industriale islandese, accompagnati da voci del passato e del presente, come quella poetica di Auden, che legge alcuni passi del suo diario di viaggio in Islanda del 1937, e quella dell'attivista Á“mar Ragnarsson. Se la prima esprime tutto il desiderio del poeta di lasciarsi alle spalle le brutture della modernità e le avvisaglie di una guerra imminente, i richiami contemporanei del secondo sono un appello drammatico a proteggere la vitale wilderness della sua terra, seriamente minacciata dalle industrie minerarie.