Un figlio e un padre pastore ripetono atavici gesti quotidiani in una dimensione senza tempo; pratiche e rituali, simbolo di resilienza antica che non ha ancora subito l’avvento della modernità. La voce fuori campo di un poeta narra i loro sguardi, mentre immagini d’archivio riportano a un’infanzia lontana. Tra i silenzi reciproci, due generazioni si interrogano sui luoghi della memoria e gli inganni del presente.