Antonioni torna per la seconda volta a girare in quello che resta il suo paesaggio d'elezione: la pianura del Po, per raccontare le cronache quotidiane di Aldo, un operaio disoccupato, che non sa sopravvivere all'abbandono da parte della sua amante. Il film ne segue la deriva ... che la presenza costante al suo fianco della figlia bambina non sa rallentare, alla ricerca apparente di un posto di lavoro, del letto di una nuova amante, di un riparo precario per la notte, di un pasto. Un'esistenza puramente fenomenologica che si stinge sullo sfondo di una natura indifferente nel suo cupo splendore, o di rapporti umani strumentali e casuali. Film "scandalo" all'epoca per la critica neorealista, che non fatica ad accettare la figura di un operaio per cui l'alienazione non si chiude nei rapporti di produzione, ma assurge a complessiva figura esistenziale, un operaio travolto dal "dramma borghese" per eccellenza: la disperazione d'amore.