La III edizione di CinemAmbiente – Environmental Film Festival
si è svolta a Torino dal 20 al 24 ottobre 2000
Per confezionare il programma di un festival occorrono ben mescolate insieme, una dose di coraggio ed una, forse più grande, dose di umiltà. Il coraggio è necessario per operare scelte nette, per dividere i film esaminati in due gruppi: questi sì, questi no. L'umiltà serve per decidere come operare il taglio senza pregiudizi e preconcetti.
Delle circa trecento opere che sono state sottoposte alla nostra selezione ne abbiamo scelte ottantuno con rinunce veramente dolorose. Ma il festival dura solo cinque giorni e la sala, seppur gloriosa, è una, così, anche con un programma fittissimo, non è stato possibile inserirne di più. Ci scusiamo quindi, come prima cosa, con i registi e i distributori dei film esclusi.
Una tale adesione è sicuramente sintomo di vitalità della produzione di lavori a tematica ambientale e del festival che, nel ricco panorama delle manifestazioni cinematografiche torinesi, sembra riuscito a ritagliarsi un proprio spazio e una riconoscibilità oltre i confini cittadini e nazionali. La gran parte dei lavori infatti arriva dall'estero, anche se la rappresentativa italiana è folta e di qualità.
Avremmo voluto proporre film ottimisti, su ipotetiche inversioni di tendenza del continuo degrado ambientale, ma con tutta la buona volontà, non sempre ci siamo riusciti. Un anno vissuto pericolosamente, oltre ad essere un celebre titolo, potrebbe riassumere l'essenza dei dodici mesi che ci separano dalla scorsa edizione e che si rispecchia nei film che abbiamo ricevuto per questo terzo anno di Cinemambiente. Pericoli biotecnologici, globalizzazione selvaggia, mucca pazza, malmangiare, Mcdiffamazione, inquinamento urbano, attacchi al paesaggio, clima impazzito… sono alcuni dei temi affrontati. Ma segni di positività possono essere colti: non a caso l'anteprima del festival è stata dedicata a Julia "Butterfly" Hill, la ragazza che salvando il suo albero, ha gettato un seme con il proprio giovane idealismo; abbiamo inoltre voluto aprire il festival con un film sulla battagliera Vandana Shiva e le sue lotte internazionalmente conosciute; proporre un convegno sull'esperienza degli Indipendent Media Center che hanno supportato con la loro tecnologica forma di cinema militante le lotte dei movimenti ambientalisti.
Gran parte del festival è dedicato alle biotecnologie e alla globalizzazione, forse la più ampia raccolta di film su questo argomento, nel tentativo di far chiarezza sul dibattito in corso. Inoltre, nuovi filoni di ricerca sono stati inaugurati, filoni che intendiamo portare avanti nei prossimi anni: la "sezione altri ambienti" sulle condizioni di popoli lontani geograficamente o culturalmente; l'utilizzo degli animali nel cinema; i pionieri del cinema ambientale.
Vogliamo infine ringraziare sentitamente tutti coloro che con la loro fiducia e amicizia ci hanno dato la possibilità di realizzare questo progetto.