In un giardino delle Esperidi a misura del nostro tempo, in cui i frutti d'oro del mito sono sostituiti da oggetti rotti e maleodoranti, si aggira un emulo di Ercole, un mendicante dagli abiti sdruciti e dal volto ansioso, che scava nei cumuli di rifiuti alla ricerca di qualcosa che forse nemmeno lui conosce, mentre intorno accadono eventi sospesi in una dimensione onirica e inquietante. Lentamente il diaframma che separa il sogno dalla realtà si fa sempre più sottile, fino a scomparire: al mendicante non rimane altro che prendere atto della propria sconfitta.