Il cane giallo della Mongolia

di Byambasuren Davaa Fiction Mongolia, Germania 2005 93'

Negli sconfinati spazi del paesaggio mongolo, una famiglia nomade composta da cinque persone conduce una vita lontana dalla civilizzazione. Secondo l'antica tradizione vive dell'allevamento delle pecore, in piena armonia con la natura. Durante una delle sue passeggiate, Nansa, che ha sei anni, trova in una caverna un piccolo cane, con macchie bianche e nere, a cui dà il nome di Zochor. Un giorno, tuttavia, Nansa ne perde le tracce nella steppa e durante la ricerca incontra un'anziana nomade, che le racconta la commovente leggenda del cane giallo della Mongolia. Il tema principale del film è quello del forte rapporto tra uomo e natura, rappresentato dall'antico legame che ha sviluppato col cane, ma altri sono accennati nonostante la semplicità del film, dal ciclo della reincarnazione, al rapporto con la tecnologia e la modernità, spesso nominate, ma raramente in scena. SPUNTI DI RIFLESSIONE DIDATTICA - PER LE SCUOLE "La modernità uccide le tradizioni, anche perché non si è sviluppata sul modello delle culture autoctone, ma spesso è l'unico modo per sopravvivere quando l'apparato tradizionale è stato progressivamente smontato. "Una vita dura e faticosa può portare a godere di piccole cose, a essere a contatto con i materiali che servono alla sopravvivenza, a conoscere la struttura delle cose e quindi a sentirsi più padroni del proprio esistere. "Il padre affronta l'angoscia che nasce dalla minaccia di un'aggressione da parte delle bestie selvagge con l'esclusione del cane in quanto sospetto appartenente alla stessa specie degli aggressori, mentre la bambina accoglie il cane come una specie di mediatore tra la sua natura umana e la natura selvaggia.. "La natura predatoria dell'animale, che attacca solo per sfamarsi, riflette anche un aspetto dell'uomo, che spesso distrugge non solo per necessità. La paura non è rivolta solo a qualcosa di esterno ma anche verso la propria parte istintuale che non sempre si riesce a controllare. "Leggenda e realtà spesso si sovrappongono. Le storie narrate nascono a volte da fatti reali e si caricano di elementi simbolici che possono aiutarci a decifrare la realtà. La risposta del saggio nella leggenda del cane giallo fornisce la soluzione attraverso un enigma e supplisce all'incapacità dell'uomo di "vedere" ciò che sta dietro all'apparenza.A volte basta leggere nell'animo di una persona, e non fermarsi al suo aspetto esteriore, per capire che è innamorata; ma non tutti hanno questa capacità di osservazione; in questo caso la storia suggerisce agli uomini di imparare a cogliere il senso nascosto degli eventi.. PERCORSI DIDATTICI "Come nascono le leggende? Fare una ricerca, scegliendo alcune storie riguardo alle quali sia possibile reperire del materiale, per capire come si può evolvere il testo a partire dal probabile fatto reale che ha fornito lo spunto fino alla versione finale arricchita di elementi fantastici. "La modernità è spesso "importata" presso i paesi che non appartengono all'area occidentale, per cui non è sentita come sviluppo della propria cultura ma come una chimera che viene da fuori e offre enormi vantaggi. Fare una ricerca sulla situazione politico-sociale di un paese dell'Africa, dell'Asia o dell'America Latina, attraverso documentari, film, testi o reportage, per capire se questi vantaggi sono reali o solo apparenti. "I riti, le tradizioni, le credenze, o le abitudini, come la preparazione del cibo, o la confezione degli abiti, ecc, sono solo formalità da dimenticare e fatiche inutili, oppure possono servire a dare un significato all'esistenza e a consolidare il senso d'appartenenza a un'etnia che può rafforzare sicurezza e fiducia nella vita? Per i bambini è importante il contatto quotidiano con gli animali o questo può essere tranquillamente sostituito dall'uso di giocattoli meccanici? Cercare testimonianze favorevoli o contrarie alle diverse ipotesi. "Ricerca documentaria sulla vita delle popolazioni nomadi che metta in luce le differenze tra sedentarietà e nomadismo.

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