Il film raggruppa due mediometraggi: Regards sur la folie e La féte prisonnière. Si tratta di un viaggio nella vita di tutti i giorni all'ospedale psichiatrico di Saint-Alban, in Lozère. La troupe entra in rapporto diretto con la realtà della struttura ospedaliera, coinvolgendo anche i medici, che discutono criticamente dei metodi terapeutici. Il film è girato, con il sonoro registrato in presa diretta, dall'operatore e regista québécois Michel Brault, uno dei nomi di spicco del cinema diretto d'oltreoceano.