Beasts of the Southern Wild

Re della terra selvaggia
di Benh Zeitlin Fiction USA 2012 91'

Hushpuppy, voce narrante del film, ha sei anni e vive sola con il padre Wink nelle paludi del sud della Louisiana, in una zona chiamata la Grande Vasca, perché caratterizzata da continue alluvioni. Mentre lo spettro di un terribile uragano spaventa la comunità del luogo, mettendo in fuga molti, Wink scopre di essere gravemente malato e di dover preparare la figlia a cavarsela da sola. Il suo desiderio è che la bimba non abbandoni la sua terra, ma ne diventi un giorno il re, la creatura più forte. Hushpuppy, dal canto suo, sembra che del mondo sappia già tutto quel che serve, pronta ad affrontare la vita da sola, a dominare se stessa e quel territorio a cui è orgogliosamente legata.


Regista:

Benh Zeitlin

Nazione:

USA

Descrizione

Note di regia

«Il film è stato realizzato con una troupe molto limitata e grazie all'aiuto della popolazione dell'area di Montegut, in Louisiana. Quando ho fatto il primo provino per il ruolo della protagonista, Quvenzhané Wallis aveva solo 5 anni: il personaggio di Hushpuppy è nato dalla sua folgorante personalità. Quvenzhané gli ha conferito una saggezza e un coraggio che io stesso non credo di possedere. Una micro-forza della natura, con una capacità di mettere a fuoco le cose e un'intelligenza emotiva mai viste prima… Una miscela di carisma e fantasia che non poteva essere contenuta tra «azione e stop». Nel film non raccontiamo semplicemente la crescita della protagonista, ma la sua empatia con ciò che la circonda, la sua capacità a farsi creatura che vive in simbiosi con la natura. In quei luoghi ho trovato la culla di una specie in via di estinzione: quella delle persone più tenaci che io abbia mai conosciuto in America. Ed è stata la loro fierezza a condurmi a questa storia. Tra uragani, maree nere, terra che si sgretola sotto ai nostri piedi, tutto contribuisce a trasmettere la sensazione che un giorno, inevitabilmente, questo mondo sarà cancellato dalla mappa geografica. Volevo fare un film che si interrogasse sulla maniera di reagire di fronte a una tale condanna a morte. Non era mia intenzione criticare i politici che hanno contribuito a questo stato di cose, né innescare una battaglia sulla responsabilità ambientale, tantomeno risvegliare le coscienze. La questione che mi interessava era piuttosto la seguente: come potevano queste persone trovare la forza di vedere morire la terra che li ha resi unici, senza perdere la speranza e quello spirito gioioso che li contraddistingue? La sfida maggiore per me era la prospettiva, raccontare la storia dal punto di vista di Hushpuppy. Dovevo ricordarmi cosa volesse dire avere sei anni, quando non c’è differenza tra immaginazione e realtà e le due cose interagiscono in maniera costante. Ci chiedevamo spesso dove Hushpuppy avrebbe messo la macchina da presa o come avrebbe costruito quel tale oggetto o quella casa, così pure con i suoni e la musica che dovevano emergere dalle sue emozioni».

 

Domande stimolo

  1. Hushpuppy è circondata da piante e animali. Che rapporto ha con loro nella vita quotidiana?
  2. «Se un pezzo si rompe, anche il più piccolo, l’intero universo si rompe». Come spiegheresti questa frase pronunciata dalla bambina?
  3. Quali sono gli effetti causati dai cambiamenti climatici che colpiscono direttamente la zona dove vivono la protagonista e la sua comunità?
  4. Nella stessa zona è stata costruita una diga, quale ruolo ha nel destino della popolazione locale?

 

 

 

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