I campi di concentramento tedeschi, ormai deserti, visitati in un contesto solare e sereno, rivelano lentamente la profondità della tragedia, la cui immagine si ritrova anche in alcuni crudi documenti filmati. Nessun tentativo di rimettere in scena l'orrore, del quale si indaga soltanto il luogo, ricordando quanto esso sia pericolosamente ripetibile nella storia dell'umanità.
Il film, poi vincitore del Premio Jean Vigo nel 1956, fu realizzato su commissione del "Comité d'Histoire de la Seconde Guerre Mondiale" e, in procinto di essere presentato a Cannes, fu bloccato dietro pressione del governo tedesco e per decisione dello stesso governo francese che vi vedeva pericolose allusioni al collaborazionismo franco-tedesco durante la repubblica di Vichy.