Un corteo di macchine accompagna il Duce attraverso gli stabilimenti Fiat, soffermandosi in particolar modo, per la loro efficacia spettacolare, sulle grandi presse delle fonderie. L'arrivo al Lingotto è seguito da un incontro con le maestranze ammassate nel cortile della fabbrica. Benito Mussolini, compare ancora in qualche modo "in borghese", in una sorta di "trench" legato disinvoltamente in vita da una cintura, e l'operatore ne inquadra l'oratoria ... forzatamente "muta" ... spesso in campo lungo. Nel momento culminante, quando il Duce saluta romanamente, un ardito controcampo mostra che soltanto un pugno di operai, sulle migliaia presenti, risponde alzando il braccio. Alla firma del "libro d'oro" del Lingotto, si intravvede un giovane Vittorio Valletta, mentre sul palco, durante il comizio, il senatore Giovanni Agnelli guarda Mussolini con accigliata serietà.