Le dernier loup

L'ultimo lupo
di Jean-Jacques Annaud 2015 118'

Nel 1967, in piena rivoluzione culturale, Chen Zhen, giovane studente di Pechino, viene inviato nel cuore della Mongolia per istruire una tribù di pastori nomadi.In realtà, sarà Chen a imparare vere e proprie lezioni su una regione ostile e infinita, sulla vita in comunità, su libertà e responsabilità, e soprattutto sulla creatura più temuta e venerata delle steppe: il lupo.Sedotto da queste creature e dal legame complesso e quasi mistico che i pastori hanno con l'animale, Chen decide di catturare un cucciolo per addomesticarlo.Al termine della proiezione, incontro con Luca Giunti (Museo Regionale Scienze Naturali).

Regista:

Jean-Jacques Annaud

Produttore:

Jean-Jacques Annaud, La Peikang, Zhang Qiang, William Kong, Xavier Castano

Distributore:

Notorious Pictures

Descrizione

 

  • Da www.agiscuola.it
  • Com'è cominciata quest'avventura che risale a circa 7 anni fa?
    Tutto è cominciato quando una delegazione di cinesi è venuta a incontrarmi a Parigi. Prima di tutto bisogna sottolineare che Il totem del lupo(edito da Mondadori) è stato un fenomeno letterario sconvolgente in Cina. Uscito nel 2004, il romanzo è scampato alla censura. Mascherato sotto uno pseudonimo, l'autore, era di fatto sconosciuto. Il suo libro autobiografico si svolgeva nella lontanissima Mongolia Interna, nel 1967, all'inizio della rivoluzione culturale. Le autorità non ci hanno fatto praticamente caso, se non fosse che la storia ha riportato alla luce molte cose. Il percorso d'iniziazione di un giovane alla scoperta della campagna remota e la sua conversione alla vita da nomade in un luogo così selvaggio, avevano, decenni dopo, una risonanza particolare in un paese, come la Cina, alle prese con dei terribili problemi ambientali e con l'inquinamento.

    L'uscita del romanzo è stata come una presa di coscienza del pericolo ambientale...
    L'impatto sullasocietà è stato colossale. Il totem del lupo è diventato il successo letterario più importate dopo il Libretto rosso di Mao. I lettori hanno scoperto l'esistenza dei questi luoghi magnifici e puri della Mongolia Interna, che oggi è fortemente minacciata.

    Ma torniamo alla domanda iniziale: com'è arrivato questo progetto nelle sue mani?
    Avevo sentito parlare del libro quando uscì tradotto in francese e ne avevo letto qualche pagina, è stato lo stesso modo in cui mi ero avvicinato a Il nome della Rosa quando, anni prima, lessi degli estratti del romanzo. Mi resi conto, allora, che i temi sviluppati ne Il totem del lupo mi erano familiari. Il giovane studente Chen Zhen catapultato in piena campagna nel 1967 mi ha ricordato il giovane uomo che ero stato io in quello stesso anno, quando partii alla scoperta del Camerun e mi approcciavo a girare il mio primo film, Bianco e nero a colori. L'idea di questo "giovane istruito" che s'innamorava di un luogo così improbabile, allevando un cucciolo di lupo in mezzo a un branco di pecore, non era altro che il ricordo di alcune tematiche ben radicate nella mia vita e nel mio lavoro. È stato allora che, le persone che poi sono diventate i miei produttori e i miei collaboratori, arrivarono nel mio ufficio, a Rue Lincoln a Parigi. Mi proposero di adattare il romanzo per il grande schermo. Gli ricordai che io non ero proprio 'benvoluto' dalle autorità cinesi, ma loro dissero "La Cina è cambiata. E poi siamo persone pragmatiche: abbiamo bisogno di lei". Accettai la loro offerta di andare a Pechino. Arrivato in Cina mi resi conto che i miei film erano molto diffusi in tutto il paese, che avevano trovato posto tra le poche produzioni straniere che non erano censurate. Per assurdo, però, il mio film più visto in assoluto L'amante è, ad oggi, ancora vietato.

    Il viaggio in Cina è stato fatto di nascosto oppure alla luce del sole?
    Quando sono atterrato a Pechino sono stato subito accompagnato al comune per incontrare il sindaco, un "fan" del libro molto preoccupato per la scarsa affluenza di turisti in città a causa dello smog. Sono partito la sera stessa per la Mongolia Interna, accompagnato da Jiang Rong, l'autore del romanzo e grande estimatore di Stendhal, da sua sorella, che lavora per una grande società americana, dal marito della donna, economista molto famoso per le sue idee "rivoluzionarie", e dal compagno di avventure di Jiang Rong, che aveva condiviso con lui il primo viaggio in Mongolia ed è diventato "il" pittore della Mongolia, anche lui grande ammiratore di Meillet, Corot e dei pre-impressionisti della Scuola di Barbizon. Con noi venne anche il presidente dell'emittente tv di Pechino, un funzionario pubblico dinamico e affabile accompagnato da sua moglie, un'ex ballerina.
    Fu un soggiorno di 3 settimane nei luoghi della storia, ai piedi delle montagne dove era stato trovato il cucciolo di lupo, sulle rive del lago gelato dove si immersero i loro cavalli, vicino agli allevatori che non hanno dimenticato nulla di quella storia. In seguito ci ha raggiunto un direttore della fotografia originario della steppa più profonda, insieme con la sua compagna, una star della musica pop mongola. Ci siamo divertiti e abbiamo scherzato tra di noi. L'alcool di latte di giumenta fermentato crea quel giusto mix che fa nascere grandi amicizie! Alla fine di ogni pasto i commensali si lanciavano in arringhe appassionate, sull'indispensabilità che la Cina dia una svolta per preservare i suoi paesaggi naturalistici e le sue specie animali.

    Converrà con me che questo discorso sembra assurdo agli occhi di un occidentale...
    Certamente mi sono imbattuto in un gruppo un po' particolare, che aveva però lo scopo finale di ribaltare l'opinione pubblica che in quegli anni stava cambiando. Gli abitanti delle città stavano soffocando, non potevano uscire senza mascherina. Dovevano utilizzare i loro cellulari per localizzare la via di casa. Ai bambini erano vietate le attività all'aria aperta per il pericolo estremo di contrarre malattie polmonari. La gente che vive in campagna s'intossicava a causa delle acque inquinate o, peggio ancora,veniva cacciata per fare spazio alla cementificazione. Tutto ciò viene riportato quotidianamente dalle tv e dalle radio di tutto il paese. Non si tratta di fare bella figura, si tratta di una questione di sopravvivenza. In questo senso sì, la Cina si sente in dovere di fare dei cambiamenti. Anche se nuove direttive tentano di bloccare l'accesso a informazioni considerate negative e antipatriottiche. Da lontano non abbiamo mai la stessa percezione di quando si sta sul posto e si condivide la vita quotidiana con la gente. Lì ho scoperto un paese e un popolo che non immaginavo. Sono stato accolto a braccia aperte. Con i miei attori e la troupe si è creato un bellissimo rapporto. Ho lavorato con grande libertà. Naturalmente ero in una posizione privilegiata ma quello che mi è piaciuto più di tutto è stata la loro franchezza disarmante. Per esempio la prima sera a cena mi hanno detto queste parole: "Quello che lei sa fare noi non lo sappiamo fare. Almeno per ora. La guarderemo attentamente per apprendere il più possibile così che poi impareremo e non avremo più bisogno di lei!". Tutti si sono messi a ridere alzando in alto i bicchieri!

    Questa libertà di cui parla è probabilmente dovuta al fatto che molti dei suoi film sono stati visti in Cina. In che modo questa libertà ha aiutato nella realizzazione de L'Ultimo lupo?
    Solitamente bisogna aspettare mesi prima che l'ufficio del cinema dia il proprio consenso alla sceneggiatura di un film. La nostra è stata scritta in Francia insieme con Alain Godard e poi conclusa a Pechino da me dopo la scomparsa di Alain. Il giorno che ho consegnato la sceneggiatura alla China Film Group,ho ricevuto le note di lettura come accade negli Stati Uniti, ma con un'amabilità tutta orientale. Tre scene del film sembravano essere problematiche. Inviai una lettera chiedendo la possibilità di girarle comunque e di giudicarle una volta realizzate. La proposta fu accettata così. Queste scene sono rimaste nel film e sono esattamente come le avevo scritte. Tuttavia, la scena in cui si intravede il seno di una delle pastorelle è stata segnalata come "a rischio" perché potrebbe turbare il pudore cinese. Ho rimpiazzato quei due secondi con le immagini, più rispettose, del corpo visto da lontano, di alcune giovani donne mongole. Ho anche corretto due parole nei dialoghi. Credo di essere un miracolato della censura!

    Lei era in Cina al momento della visione del film?
    No, ero tornato a Parigi convinto del fatto che i miei collaboratori potessero gestire la situazione. Dopo tre settimane ero molto preoccupato che alla versione cinese avrebbero tagliato scene intere! Preoccupazione aggiuntiva: esiste in Cina una commissione che vigila sul rispetto delle specificità regionali. Sono 56 le minoranze etniche che vivono in Cina, per un totale di circa 200 milioni di persone. Io sono il primo a pensare che bisogna rispettare le minoranze ma, a parte 4 consiglieri assunti per aiutarmi a non fare errori, ero angosciato di non aver fatto abbastanza per mostrare la cultura e le abitudini mongole! Bè, prima di ricevere il via libera finale,devo dire che il mese di luglio del 2014 è stato piuttosto adrenalinico!

    Com'è visto in Cina L'Ultimo Lupo? Come un film cinese fatto da un francese o come un film francese realizzato anche con soldi cinesi?
    In Canada La guerra del fuoco è un film canadese, in Germania Il nome della Rosa è un film tedesco. Visto dall'Africa Bianco e nero a colori, che ha vinto l'Oscar® per la Costa d'Avorio, è un film africano.L'ultimo lupoè un film cinese, ma è anche il mio film.

    L'ostacolo della lingua, o meglio, delle lingue è stato difficile da affrontare con gli attori?
    Su un set tutti parliamo la stessa lingua: la lingua del cinema. Dai tecnici agli attori ognuno sa quello che deve fare e quando deve farlo. L'unico problema quando non si parla la lingua nella quale stai girando, in questo caso il mongolo e il mandarino, è di giudicare la corretta pronuncia delle parole e dei diversi accenti. Mi sono circondato di specialisti delle due diverse lingue per evitare gli errori del testo e della pronuncia.

    Visto che ha parlato dei suoi attori, sono tutti professionisti?
    Per le comparse abbiamo ingaggiato allevatori e dei cavallerizzi del posto. Ma tutti quelli che hanno un ruolo con delle battute, anche poche parole, sono professionisti. Solo i tre protagonisti sono però delle vere star Han, l'etnia dominante in Cina. Gli altri provengono dai quattro angoli più nascosti della Mongolia Interna, selezionati attraverso un casting che mi ha fatto percorrere decine di migliaia di chilometri per incontrarli.

    Parliamo degli aspetti tecnici del film. Alcune sequenze hanno una grandezza dantesca in termini di comparse, animali, azioni e scenografia. Il budget si aggira intorno ai 40 milioni di dollari, una grossa somma tradotta in moneta cinese. Non le è stato negato niente?
    Ho avuto la fortuna di beneficiare della volontà dell'industria cinematografica cinese di migliorarsi e di elevarsi di livello. Produttori, registi, attori, tecnici tutti hanno uno sguardo molto critico nei confronti del loro lavoro. Su 400 film prodotti all'anno, tra questi ci sono dei veri gioielli. L'industria cinematografica cinese di oggi mi fa pensare all'Italia degli anni'60, la grande epoca del Peplum all'italiana e degli spaghetti western, dove il sistema cinematografico doveva fare i conti con le produzioni di scarsa qualità, circondati da cinema alto diretto da grandi registi.

    Quanti eravate sul set?
    480 tecnici, 200 cavalli, circa un migliaio di pecore, 25 lupi e una cinquantina di addestratori e massaggiatori che si occupavano di loro. C'erano anche delle guardie armate e alcuni fattori del luogo con l'idea che avrebbero potuto prendere in prestito qualche nostro lupo per farlo accoppiare con i loro cani.

    Immagino che la struttura costruita per questi animali sia stata mastodontica...
    Per ospitare i lupi abbiamo costruito 5 basi lungo il percorso, oltre che camion speciali adibiti al trasporto degli animali nelle varie location del film. Come tutti gli animali selvatici, i lupi soffrono molto lo stress dopo 20 chilometri di trasporto. In prossimità di ogni zona di riprese, c'era una di queste basiche occupava poco più di un ettaro, circondata da una palizzata di 4 metri di altezza per un metro e 50 di profondità. I lupi scavano molto in profondità. Queste strutture avevano bisogno di guardiani, acqua, elettricità, di calore e di cibo. Per tutti questi aspetti è stata utilizzata una buona parte di budget.

    Domanda necessaria: come si fa a far correre in parallelo lupi e cavalli, senza che ai primi venga voglia di azzannare i secondi?
    I lupi adorano la carne di cavallo e i cavalli non hanno alcuna voglia di fargli da spuntino. Queste scene sono state davvero complicate da girare e molto pericolose perché giravamo in movimento, di notte, su dei quod instabili e in piena tempesta di neve... Andrew Simpson, l'addestratore capo, non avrebbe mai lasciato che i suoi animali corressero i rischi che abbiamo corso noi!

    Veniamo ai veri protagonisti del film e cominciamo dall'inizio: la nascita e l'addestramento dei cuccioli.
    Abbiamo utilizzato lo stesso processo fatto per L'Orso. Durante l'addestramento dei cuccioli di orso, avevo avuto il tempo di girare Il nome della rosa. Aspettando che i nostri lupi crescessero ho girato invece Il principe del deserto. La produzione cinese ha accettato di finanziare la preparazione, accettando il fatto che ci sarebbero voluti tre anni affinché girassimo la prima scena. Bisognava prendere dei cuccioli di lupo, farli crescere all'interno di parchi costruiti appositamente per il loro sviluppo, sotto una sorveglianza costante. Conosco pochi produttori che sarebbero stati disposti a fare questo salto nel buio. Abbiamo coinvolto il più famoso addestratore di lupi al mondo, il canadese Andrew Simpson, che si è trasferito in Cina per 3 anni! A fine riprese Andrew ha ottenuto il permesso di portare con sé gli animali che aveva tirato su e visto crescere, che aveva addestrato quotidianamente e che erano diventati i suoi bambini. Il branco oggi vive in montagna, a Calgary e Andrew mi racconta che ogni giorno i lupi aspettano di veder arrivare i camion regia..!

    Concretamente come funziona la giornata?
    È un discreto incubo! Il lupo è un animale molto selvaggio, sempre sul chi va là. Obbedisce solo al suo capo branco, che a sua volta obbedisce all'addestratore solo quando vuole. Non si lascia avvicinare. Non si lascia lavare quando si è rotolato nel fango. Bisogna aspettare ore, a volte giorni, perché il lupo senta la scena, bisogna essere pronti a scattare nel momento in cui il re decide che è il momento di girare! Avevamo due gruppi, uno dei quali particolarmente difficile. I cuccioli del primo gruppo erano stati presi una settimana dopo la loro nascita e quindi non riconoscevano negli addestratori i loro genitori. Non sono mai riusciti ad addomesticarli. Una vera fortuna per il film...
    Altro problema: tutti i lupi del mondo nascono tra metà marzo e l'inizio di Aprile. Noi abbiamo dovuto costruire il nostro piano lavoro tenendo conto di questa cosa. Abbiamo interrotto le riprese molte volte per lasciare che il nostro giovane protagonista crescesse. In realtà è stato un beneficio per il film: il colore della steppa tipico nel cambio di stagione è perfetto se paragonato al processo di crescita del lupo.

    Qual è stato il suo sguardo su questi "attori"così particolari?
    I grandi attori spesso sono incontrollabili, deconcentrati, affascinanti ed emotivi. A volte invece sono adorabili, come il nostro capo branco, il re Cloudy, cui ho affidato il ruolo principale.
    Aveva deciso che ero suo amico, potevo accarezzarlo e ogni mattina mi saltava addosso leccandomi il viso. Un privilegio raro, che mi ha fatto buttare numerose giacche a vento e procurato non pochi graffi. La regina Silver, la sua compagna, metteva fine alle nostre effusioni tirandomi i pantaloni e tirandomi i capelli. Mia moglie, mia collaboratrice e scrittrice Laurence, ha capito molto dopo che Cloudynon si chiamava"Claudia".

    Bè è incredibile...
    Sì, lo è perché di fatto ero l'unico, oltre all'addestratore, che poteva avvicinare questo lupo. Incredibile anche perché, a detta dello stesso Andrew, era una cosa inaspettata e inspiegabile.
    Dal momento in cui siamo stati presentati, quando ha iniziato a prendere il potere all'interno del giovane branco, è venuto verso di me saltellando con la coda tra le gambe e lo sguardo dolce... Mi ha annusato e si è messo a pancia in su disteso, Andrew mi ha consigliato di accarezzarlo. Cloudy mi ha leccato velocemente un dito e poi è ripartito verso il branco. Si è avvicinato ad ogni singolo lupo per fargli sentire il mio odore. Giorno dopo giorno ha continuato a fare lo stesso ma non più con un atteggiamento da "vassallo", e sempre più come un amico. Non ha più permesso che si iniziasse a lavorare senza la sua dose di coccole mattutina.

    Capisco tutto questo affetto ma il lupo è comunque un animale selvatico e pericoloso...
    Non esiste la passione senza il rischio e io faccio un mestiere appassionante.

    Una parola anche per un altro aspetto importante dei suoi film: la terra, i paesaggi che ancora una volta sono quasi primordiali.
    La verginità degli spazi è uno degli elementi fondamentali del film. Lo splendore della steppa è lo scrigno del lupo della Mongolia, il simbolo eroico e selvaggio della vita selvaggia. Massacrando la vita degli altri ci stiamo avvicinando a un epilogo tragico. Io mi affliggo da anni guardando questo lento suicidio che la nostra specie sta perpetuando. Jiang Rong, l'autore del romanzo, è stato testimone dell'ignoranza devastatrice che ha distrutto l'ambiente negli anni '60, degli errori fatti in Cina su larga scala come purtroppo dappertutto. Io all'epoca ero in Camerun. Il bene fatto è stato quello di rimpiazzare le foreste con piantagioni di cacao o di ananas, di trasformare i grandi spazi in territori per l'allevamento, inondare intere regioni per irrigare questi territori destinati all'agricoltura...

    IL LUPO

    Il lupo (Canis lupus) è la specie di maggiori dimensioni tra i rappresentanti del genere Canis. Le dimensioni corporee variano molto, a seconda dell'area geografica considerata e possono raggiungere anche i 60 kg di peso. Possiede un corpo slanciato, con il muso allungato, le orecchie triangolari non molto lunghe, il collo relativamente corto, la coda corta e pelosa e gli arti lunghi e sottili.
    Il colore del mantello è generalmente mimetico, gli occhi sono obliqui, di colore marrone chiaro, e disposti in posizione frontale e piuttosto distanziati tra loro.
    Caratteristica della specie è la presenza dei denti "ferini" particolarmente sviluppati la cui funzione sembra essere quella di tranciare grosse ossa e tendini.
    Il lupo, presente in Italia, raggiunge un peso tra i 24 ed i 40 kg, mentre la lunghezza dalla punta del muso alla coda è compresa tra i 100 ed i 140 cm. Il colore del mantello varia dal fulvo al grigio e recentemente sono stati avvistati individui dal colore nero nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e nell'Appennino tosco-emiliano.
    E' presente, con grosse popolazioni, in Nord America, nell'ex Unione Sovietica e nei paesi dell'Europa centro-orientale. Popolazioni meno consistenti ed isolate tra loro, sono presenti nella penisola Iberica, in Italia, in Scandinavia, nei Balcani ed in Medio Oriente.
    In Campania è presente nel Parco Nazionale del Cilento e nel Vallo di Diano.
    Il lupo, prima che cominciasse la persecuzione sistematica da parte dell'uomo, era diffuso in tutti gli ambienti dell'emisfero settentrionale, in Italia in particolare lo si trovava in tutti gli habitat, dalla macchia mediterranea della costa alle foreste di montagna.
    Al momento, la scarsa disponibilità di prede e la sempre minore presenza di habitat naturali integri, soprattutto quelli con estesa copertura vegetale che permette ai lupi di nascondersi e sfuggire alla persecuzione umana, hanno ristretto di molto le aree frequentate dai lupi.
    Il lupo si accoppia verso la fine dell'inverno, e la gestazione dura circa due mesi. Circa 15-20 giorni prima del parto la coppia cerca una tana che può essere costituita da un tronco cavo, da una cavità rocciosa, da una fossa scavata in terra e, in alcuni casi, può essere ricavata allargando una pre-esistente tana di volpe, di istrice o di tasso.
    La femmina alla fine della gestazione, dà alla luce dai 4 agli 8 cuccioli dal peso di circa 300-400 grammi ciascuno. I cuccioli, che, in Italia, nascono tra aprile e giugno, completamente inetti e con capacità sensoriali scarse (ciechi e sordi), dipendono all'inizio completamente dagli adulti.
    Vengono alimentati esclusivamente con il latte materno durante i primi 20 giorni di vita. Successivamente, per un periodo di circa 40-50 giorni, gli viene offerto del latte integrato da rigurgiti a base di carne. I cuccioli lasciano la tana dopo circa 2 mesi di vita e a poco a poco iniziano a seguire i genitori nei loro spostamenti, apprendendo dagli adulti le tecniche di caccia, la conoscenza e l'utilizzazione ottimale del territorio, le strategie per evitare gli ambienti e le situazioni più pericolose.
    Le dimensioni corporee definitive vengono raggiunte a circa un anno di età, mentre la maturità sessuale verso i due anni, anche se femmine in cattività sono in grado di riprodursi già a 10 mesi.
    Il lupo è un carnivoro specializzato nella predazione di grossi erbivori selvatici, ma può includere nella propria dieta all'occorrenza anche mammiferi di piccole dimensioni, frutti, carcasse, animali domestici e rifiuti di origine umana.
    Il lupo, in Italia, ha una dieta molto variabile, va da una dieta che include quasi esclusivamente ungulati selvatici, in particolare il cinghiale nell'Appennino tosco-romagnolo, a diete che includono in misura variabile, ma consistente, bestiame, carcasse e rifiuti, nel Parco Nazionale d'Abruzzo.
    La caccia avviene generalmente all'interno di territori in cui i lupi persistono per periodi più o meno prolungati ed il fabbisogno giornaliero medio di carne di un lupo di dimensioni medie è di circa 3-5 kg. Comunque il lupo è noto per essersi adattato ad una alimentazione non uniformemente cadenzata nel tempo, e si ha notizia di lupi che sono rimasti fino a 17 giorni senza ingerire cibo.
    Il tasso di successo dell'attività venatoria del lupo è stimato intorno al 10% del totale degli attacchi, nel caso specifico di caccia a carico di prede di grosse dimensioni.
    In Europa, segnalazioni di casi di antropofagia da parte del lupo erano frequenti in passato, ma spesso provenivano da fonti non certe ed attendibili, generalmente frutto di pregiudizi e antichi retaggi culturali, avversi al lupo. In Italia, dove le segnalazioni di casi di attacchi rivolti a persone da parte di lupi e di cani sono state spesso confuse tra loro.
    L'antropofagia del lupo è in ogni caso considerata un comportamento raro del lupo, che può verificarsi occasionalmente solo in condizioni ambientali particolarmente degradate, caratterizzate per esempio da una cronica carenza di prede, una popolazione rurale in forte espansione, e, più spesso, la presenza nella popolazione di individui affetti da rabbia silvestre.
    Il lupo è inserito, in qualità di specie "vulnerabile", nella cosiddetta Lista Rossa redatta dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che elenca tutte le specie in qualche modo in pericolo.
    La popolazione italiana è passata, negli ultimi 30 anni, grazie alla legge che lo protegge dal 1971, da circa 100 esemplari agli attuali oltre 500.
    Il lupo ha ricolonizzato tutto l'Appennino e ha raggiunto le Alpi Occidentali e la Francia, ma è ancora visto come una minaccia da pastori e cacciatori. Per i pastori il lupo non perderà mai l'appellativo di massacratore di pecore, nonostante oggi rechino più danni alle greggi i cani rinselvatichiti. Per i cacciatori il lupo è un abilissimo concorrente nella caccia al cinghiale, e per tale motivo, se ne avvistano qualcuno, lasciano lungo i sentieri i bocconi avvelenati o li impallinano direttamente.
    Per tali motivi ogni anno dai 50 ai 70 esemplari, circa il 10-15% del totale, vengono uccisi illegalmente.
    Poiché i suoi antichi territori sono protetti, e grazie alla sua notevole adattabilità, la popolazione del lupo è attualmente in crescita.
    Il lupo è un animale sensibile e intelligente che può essere insieme individuo e animale sociale. Un animale che si prende cura dei suoi malati, protegge la famiglia e ha bisogno di essere parte di qualcosa che sia più grande di lui: il branco. La struttura sociale del branco è formata dalla coppia dominante (detta alfa), da un individuo o una coppia detta beta(che ricopre il ruolo di vice-capo), da alcuni individui di medio rango e da uno o più lupi di basso rango, detti omega.
    I lupi dominanti hanno un comportamento predominante, caratterizzato dal tenere testa e coda ben alta e le orecchie dritte; viceversa gli altri membri dimostrano la loro sottomissione leccando loro il muso e tenendo testa, coda e orecchie più basse dell'individuo di posizione gerarchica superiore. Ogni lupo del branco ha un ruolo ben preciso: gli alfa comandano tutto il gruppo, i beta comandano i lupi di medio rango, tutti gli adulti comandano gli individui di medio e basso rango. Il gradino più alto e quello più basso della scala gerarchica, generalmente, sono fissi (tranne in caso di morte o di ferimento grave) mentre, all'interno del medio rango, i cambiamenti sono frequenti.
    Il gruppo omega ha come ruolo quello di invogliare al gioco e stemperare i conflitti, ma, in genere, è sempre l'ultimo a mangiare e deve sopportare l'aggressività del resto del branco.
    Il comportamento di un branco ben organizzato fa parte della strategia di sopravvivenza, infatti la mancata collaborazione di un individuo della squadra potrebbe comportare un insuccesso durante la caccia e alla rinuncia forzata ad un pasto.
    Le dimensioni del branco vanno da 3 o 4 membri sino a un massimo di 20 o 30, questo dipende principalmente dalle zone in cui i lupi vivono ed è legato alle prede che essi devono cacciare. Infatti per vincere una preda grande (per es. un cervo) sono necessari molti individui, mentre per una preda di medie dimensioni sono sufficienti pochi lupi. Alcune volte un lupo abbandona il branco e può vagare solitario per diverso tempo prima di essere accettato da un nuovo gruppo. Durante questo periodo la vita è molto difficile ed è per questo motivo che la mortalità tra i lupi solitari è molto alta.
    Se nel branco è presente una cucciolata, (generalmente solo gli individui alfa hanno il diritto di accoppiarsi), tutti i lupi se ne occupano e svolgono una funzione protettiva. I cuccioli solitamente hanno il permesso di mangiare per primi con gli individui dominanti, successivamente seguendo la scala gerarchica anche il resto del branco si può sfamare.
    I lupi più giovani si mettono costantemente alla prova: i più veloci, forti, coraggiosi e intelligenti dominano sugli altri; le loro qualità determineranno la posizione gerarchica che andranno a ricoprire quando avranno raggiunto, a circa 2 anni di vita, l'età adulta.
    C'è il rischio è che gli accoppiamenti tra lupi e cani randagi portino alla perdita degli adattamenti acquisiti nel corso di milioni di anni attraverso la selezione naturale.
    A questo si aggiunge l'effetto collaterale del "capro espiatorio": i danni al bestiame causati dagli ibridi e dai cani vaganti, ben più numerosi, sono in tutto simili a quelli causati dal lupo; ma è a quest'ultimo cui viene sempre data la colpa, con un accanimento sempre più marcato.
    Da qualche anno la Commissione Europea ha confermato che gli ibridi rappresentano una minaccia per la conservazione del lupo.
    Presente, fin dall'inizio del secolo in tutta Italia, esclusa la Sardegna e le altre isole minori, il lupo è scomparso dalle Alpi intorno agli anni '20 e dalla Sicilia intorno agli anni '50. Tra le cause che ne hanno determinato la rarefazione, culminata a cavallo degli anni '70, sono da menzionare la caccia (legale fino al 1971) ed il progressivo scarseggiare di prede.
    Intorno agli anni '70 il lupo ha toccato un minimo storico di circa 200-300 individui, in popolazioni solo in parte isolate tra loro e relegate nelle zone più impervie ed inaccessibili dell'Appennino, dalla Calabria fino all'Appennino tosco-romagnolo.
    A partire dalla metà degli anni '70, le popolazioni di lupo hanno progressivamente ma costantemente recuperato l'areale perduto, grazie al ripopolamento progressivo delle montagne da parte degli ungulati selvatici (avvenuto grazie alla protezione degli habitat naturali, ma anche in seguito a programmi di ripopolamento operati dal Corpo Forestale dello Stato e dalle Associazioni venatorie), al graduale abbandono delle aree montane da parte dell'uomo, alla cessazione dei programmi di persecuzione legalizzata su larga scala (protezione legale della specie dal 1971, e rimborso dei danni all'allevamento).
    La consistenza attuale del lupo in Italia oscilla intorno ai 500 individui. Si ritiene che nei prossimi anni il lupo ricolonizzerà anche l'intero arco alpino, provenendo sia dal fronte orientale che da quello occidentale (arrivando dalla Slovenia).
    Nonostante le iniziative in campo legale a favore del lupo, la persecuzione diretta da parte dell'uomo costituisce ancora oggi il principale fattore di mortalità del lupo in Italia. Ogni anno vengono rinvenuti in Italia circa 60 lupi uccisi dall'uomo, di solito tramite veleno o arma da fuoco.

    LA POPOLAZIONE DEI LUPI: LE CIFRE PER PAESE

    La Russia, la più grande riserva del mondo
    Si è stimato che ci siano tra i 40.000 e i 100.000 lupi nel paese. La Russia è il solo paese dove lo status di specie protetta non viene rispettato.

    La Cina
    Ci vivono 6.000 lupi. Ufficialmente la specie è protetta. Gli esperti cinesi affermano che sia in via di estinzione. Dal 2000, nessun dato sulla presenza del lupo è stato osservato durante gli studi portati avanti in varie zone a campione della provincia dello Hunan.

    Stati Uniti, i pionieri della protezione della specie
    Primo paese al mondo a reclamare la protezione del lupo, gli Stati Uniti sono anche i soli ad aver reintrodotto delle specie sul loro territorio, il lupo grigio nel parco di Yellowstone, il lupo rosso in Carolina del Sud e il lupo messicano in Arizona e Nuovo Messico. Nel 2006, sono stati contati circa 4.000 esemplari, di cui più di 3.000 nel Wisconsin.

    La Romania, la Spagna e la Polonia in testa all'Europa
    Con 2.500 lupi la Romania detiene la più grande popolazione di lupi in Europa. Seguita dalla Spagna (2.000) e molto dopo dalla Polonia (850).

    Francia
    Sono stati contati 250 lupi nel 2013. Stimati intorno al numero di 7.000 alla fine del XVIII secolo, i lupi erano praticamente scomparsi nel 1930, solo qualcuno era riuscito a sopravvivere in Dordogne, in Charente e nell'Alta Vienne. È nel 1992, nelle Alpi del sud, che si ha un ritorno di qualche specie venuta dall'Abbruzzo. La loro presenza è dovuta a volte alla politica di protezione, altre al rimboscamento e alla reintroduzione della selvaggina per i cacciatori. Se la presenza dei lupi era prima incentrata nel massiccio centrale, nei Pirenei, si calcola che adesso il 90% dei lupi si trova sulle alpi con una densità di popolazione particolarmente importante nel Parco Nazionale del Mercantour. Nel 2013 sono state registrate 20 nascite, 13 casi di mortalità di cui 7 abbattimenti legali.
    La Francia si posiziona dietro la Grecia, la Slovacchia e l'Italia che hanno rispettivamente 500, 350 e 300 lupi ciascuna ma molto avanti rispetto alla Scandinavia, la Repubblica Ceca, la Germania e l'Ungheria, dove si contano un centinaio di esemplari.

  • Spunti di Riflessione:

     

    di L.D.F.

    1) Il nome in latino del lupo è "canis lupus". Quindi, sia il cane che il lupo, appartengono alla stessa famiglia? E qual è questa famiglia? Effettuate ricerche in merito.

    2) Il lupo che ha la stazza maggiore al mondo è il lupo grigio che vive, prevalentemente, nel Nord America. Qual è il suo peso? E qual è, più o meno, il peso dei lupi che vivono nelle nostre montagne?

    3) Il lupo ama vivere in branco e preferisce la solitudine?

    4) Il lupo o i lupi, quando cacciano insieme, in genere, attaccano l'uomo e lo evitano?

    5) Ci sono stati casi in cui lupi, in branco, abbiano attaccato uomini in gruppo. Hanno attaccato perché avevano paura o perché la fame faceva loro correre il rischio di attaccare anche l'essere vivente da loro più temuto?

    6) Non c'è e non c'è mai stato un buon rapporto tra l'uomo e il lupo. Secondo voi perché?
    - Perché anticamente quando gli uomini erano allevatori di bestiame, i lupi erano soliti attaccare mandrie e greggi?
    - Perché è molto difficile allevare un lupo in cattività mentre è facilissimo allevare un cane?

    7) I lupi sono molto legati tra loro e sono divisi in gruppi (branchi) che, in genere, non si mischiano. In ogni branco c'è un ordine che deve essere rispettato da ogni membro. Qual è questo ordine?

    8) Più il branco è grande e più il capobranco è temuto dall'uomo che, da sempre, tenta di ucciderlo. Perché?
    - Perché è il più feroce di tutti?
    - Perché essendo seguito da molti altri della sua specie può essere un pericolo, non solo per gli altri animali ma anche per l'uomo?

    9) Il lupo è carnivoro. E in genere quali sono gli animali di cui va a caccia?

    10) I lupi, in branco, possono attaccare anche mammiferi (non mansueti come i bovini) di stazza molto più grande della loro. Approfondite l'argomento.

    11) L'odio dell'uomo per il lupo lo ha portato a definirlo anche antropofago. Recenti ricerche hanno dimostrato che...

    12) A proposito sapete cosa sia l'antropofagia?

    13) Il lupo, da sempre, è stato definito massacratore di pecore e, per secoli, lo è stato mentre oggi gli ovini sono più vittime di cani rinselvatichiti. Questi cani sono più pericolosi dei lupi perché prima di vivere in branco (in genere sono abbandonati dall'uomo) hanno vissuto accanto agli esseri umani e, alla loro maniera, li conoscono e ne hanno meno timore. Abbiamo ragione, secondo voi?

    14) C'è (e c'è stata anche determinata dall'uomo) la possibilità che un lupo si unisca, per la prima volta, a un cane dando origine a un animale detto ibrido? E se questo animale nascesse, secondo voi, avrebbe più le caratteristiche del cane domestico o manterrebbe almeno alcune elementi selvaggi del lupo che potrebbero manifestarsi improvvisamente?

    IL FILM

    15) Perché Chen Zhen, negli anni '60, un giovane studente di Pechino, viene mandato nelle zone interne della Mongolia?

    16) I mongoli per Chen Zhen sono una sorpresa. Perché? Si aspettava una massa di violenti selvaggi?

    17) Come Chen Zhen insegna qualcosa a loro, i mongoli gli insegnano il culto della famiglia, il rispetto per gli anziani e il loro timore-venerazione per il lupo con cui condividono le steppe? Perché i mongoli nello stesso tempo venerano e hanno paura del lupo?

    18) Come i mongoli surgelano i cibi per l'inverno, anche i lupi lo fanno con una tattica particolare. Quale?

    19) Un giorno arriva un rappresentante del governo centrale che affida ai mongoli una mandria di cavalli che serviranno per l'esercito. Ma succede qualcosa e il rappresentante ne attribuisce la colpa ai mongoli ma, soprattutto, ai lupi. Cosa accade?

    20) E' per quanto accaduto di cui parliamo nella domanda precedente che il rappresentante del Governo ordina ai mongoli di uccidere tutti i cuccioli di lupo?

    21) Quando si scatena la tempesta che sarà alla base di tutto, muore il figlio di Yang Ke, il capo del villaggio. Perché, quando il padre ne trova il corpo lo lascia in mezzo alla steppa?

    22) Come e perché Che Zhen salva un cucciolo di lupo e lo cresce tenendolo nascosto?

    23) Cosa accade quando un gruppo di ragazzi del villaggio si accorgono della presenza del piccolo lupo?

    24) Perché il rappresentante del governo riesce a togliere ai lupi tutto il cibo che essi avevano conservato (in una maniera piuttosto particolare) per l'inverno?

    25) I lupi hanno fame e arrivano fino alle soglie del villaggio. C'è pericolo! Allora il rappresentante del governo ordina di dare la caccia a tutti i lupi. Perché coloro che li cacciano sono in prevalenza soldati cinesi e non autoctoni mongoli?

    26) E' rimasto un solo lupo, un bellissimo esemplare, il capobranco di tutti i lupi della zona. La caccia è dura ma alla fine l'animale stanco muore, senza essere colpito da alcuno. Perché Chen Zhen riesce a impedire che gli venga tolta la pelliccia come a tutti gli altri lupi? C'è un ricordo in lui. Quale?

    27) Un lupo però è rimasto: il piccolo cucciolo ormai cresciuto, divenuto un bellissimo esemplare. Ormai grande, esso si allontana nella steppa come sapesse di avere un compito ma prima di andarsene...

    Annotazione
    Il pastore tedesco detto anche cane lupo è un bellissimo esemplare tra i canidi e per caratteristiche fisiche è il più simile al lupo.
    - La pelliccia: è diverso nella pelliccia: mentre il lupo ha una pelliccia nero-grigio non folta di colore tendente al nero grigio, il pastore tedesco ha un pelo molto più abbondante di colore nero-fulvo.
    - Il muso: il muso del lupo tende a essere triangolare mentre il muso del pastore è come un rettangolo che si restringe all'altezza della bocca.
    - Gli occhi: il lupo spesse volte ha gli occhi chiari, stretti lontani dal centro del muso e obliqui e queste caratteristiche gli danno sempre uno sguardo "cattivo". Il pastore tedesco ha occhi grandi, tendenti al marrone ed è difficile, anche al primo incontro con qualcuno pur se non si fida che assuma l'espressione del lupo quando va all'attacco.

 

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