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Usa |
SPUNTI DI RIFLESSIONE DIDATTICA - PER LE SCUOLE
La visione di questo film fornisce molti elementi utili al fine di stimolare una riflessione più ampia sulla tematica del caos climatico e, in generale, della sostenibilità.
Sarebbe utile lavorare sul contesto storico e scientifico nel quale è nata e si è diffusa la consapevolezza che alcuni gas dell'atmosfera terrestre siano in grado si provocare un effetto serra, per poi portare il discorso sul ruolo che ha assunto l'uomo nel variare la concentrazione di tali gas.
E' importante fare individuare le attività umane che generano gas serra e quali sono i paesi che le praticano maggiormente, evidenziando i collegamenti tra la crisi climatica e le altre crisi globali come quella energetica, alimentare e idrica.
Uno degli aspetti su cui converrebbe far riflettere con attenzione è il livello di grande complessità del clima terrestre. Atmosfera, vita vegetale e animale, oceani e depositi geologici sono strettamente interconnessi in una fitta rete di interazioni. La sensibilità del sistema a piccole variazioni di alcuni parametri è elevata e, in gran parte, imprevedibile a causa dell'andamento non lineare (caotico) dei fenomeni coinvolti. Ogni allontanamento del clima dall'equilibrio attuale riserva delle sorprese. La sceneggiatura del film si basa proprio su queste sorprese.
Gli effetti del caos climatico possono essere sia di natura "estrema", come uragani e inondazioni, che di natura "sottile", come l'acidificazione e la salinizzazione degli oceani o la diffusione della malaria, meno evidenti ma non per questo meno pericolosi. A partire dalla visione del film si potrebbero individuare le differenze e le inevitabili relazioni esistenti tra questo due tipi di effetti.
A proposito di conseguenze, il film offre inoltre l'occasione per affrontare il tema dei profughi ambientali. A seguito del caos climatico molte aree del pianeta, alcune delle quali densamente popolate, non sono o potrebbero non essere più ospitali per le comunità umane. Si tratta dei grandi delta di fiumi come il Gange o il Nilo, di zone esposte a uragani, inondazioni o desertificazioni, di piccole isole.
(a cura di Vincenzo Guarnieri)