Un segnale di speranza arriva da La vita è più forte, opera collettiva di più registi, che si conclude con la scena dei soccorritori che estraggono dalle macerie un ragazzo ancora vivo. I rumori della guerra, filtrati e attutiti, quasi ingentiliti dalla televisione e da telecamere troppo lontane dagli obiettivi colpiti e da effetti collaterali, adesso fanno sentire tutto il loro clangore terrificante, danno il segno reale di quanto la morte sia stata vicina per migliaia di persone. "Quei rumori hanno segnato le nostre notti e la nostra angoscia. Ad ogni esplosione ci svegliavamo e ognuno di noi provava a capire dove fosse finita quella bomba, che cosa avesse distrutto, chi avesse ucciso. Per questo abbiamo deciso di mettere in primo piano anche i rumori", continua Knezevic "Sono opere con le quali vogliamo mostrare il conflitto dal nostro punto di vista. Ma dopo le bombe adesso l'embargo ci sta togliendo il diritto d'espressione. è sempre più difficile trovare persino delle cassette professionali per duplicare i nostri lavori"." (Nico Piro)
