Il 9 ottobre del 1963, alle ore 22:45 260 milioni di metri cubi di roccia si staccano dal Monte Toc, nella valle del Vajont, precipitando nel lago artificiale sottostante, sollevando una massa d'acqua di 200 metri di altezza e di 50 milioni di metri cubi; 25 milioni di metri cubi d'acqua si abbattono sui paesi di Erto e Casso e sulle frazioni di San Martino, Pineda, Spesse, Patata, il Cristo, Frasein: 160 morti.
L'altra metà scavalca la diga e precipita verso la piana del Piave. L'onda d'urto, paragonabile a quella causata da una esplosione nucleare, spazza via Longarone, le frazioni di Pirago, Villanova, Faè, il paese di Castellavazzo con la frazione di Codissago e la borgata di Vajont: il bilancio finale è di circa 2.000 morti, il più grave disastro del dopoguerra in Italia ed in Europa.
Non un disastro naturale ma la conseguenza di scelte colpevoli, episodio estremo e rappresentativo di un modo di sfruttare l'ambiente e di fare politica che è ancora oggi presente nel nostro paese.
Nel 50 ° anniversario con questo piccolo documentario vogliamo ricordare i bambini vittime del disastro, a cui è stato negato un futuro appena iniziato.
Passato e presente si confondono, in un paesaggio per sempre ancorato a quella notte.
Girato in digitale HD ed in pellicola super 8.