Attraverso le voci che parlano di ferite, incubi o sofferenze fisiche e mentali, fino al silenzio una volta raggiunta la pensione, si delinea il ritratto del mattatoio, luogo di animali uccisi e carne martoriata, ma soprattutto dei tanti uomini che sono impegnati nell'industria della macellazione. Un lavoro alienante e ripetitivo, a contatto con la morte di altri essere viventi, con gesti e azioni sempre uguali ... tagliare, svuotare, trasportare ... che continuano al di fuori della fabbrica e danno vita a una straniante coreografia mimata. In nome, naturalmente, della nostra ossessione per la produttività, che rischia di trasformare l'uomo stesso in una macchina