Una bicicletta da sola si perde, fagocitata crudelmente nel traffico urbano.
Un gruppo di bici viceversa scardina il traffico. Lo modifica, lo decelera, lo ristruttura ridefinendone tempi e modi. Il ritmo rallenta. Sogno e realtà si sfiorano. Come per magia, i tempi di percorrenza si contraggono. Gli ingorghi lasciano spazio ad un fluire più lento e regolare. La società frammentata in piccole e rumorose scatole di latta si ricompone in un variopinto mosaico di persone che pedalano insieme. Le tensioni si allentano e si riscopre il piacere di parlare. La risata e lo scherzo tornano sui volti della gente di città.
Un guizzo improvviso ed il sogno si stempera. Il traffico si ribella sputando fiele e clacson. La realtà torna ad essere realtà. Il mostro è domato solo a tratti. Si divincola pericolosamente, come in trappola. Solo il gruppo riesce ad ammansirlo. Il numero di bici è cruciale. Incontrarsi in tanti.
Varcare la soglia che può liberare dall'ingranaggio del traffico le ruote delle bici. Essere una "massa critica".