Due anni dopo Les glaneurs et la glaneuse, e dopo gli effetti del film, le lettere ricevute, le reazioni e controreazioni, Agnès Varda decide di tornare alla ricerca delle persone e dei luoghi incontrati e ritratti nel primo film, per sapere cosa è cambiato nelle loro vite, che cosa è successo. Ne deriva un viaggio, un altro viaggio, come se il movimento fisico "casuale", dettato dall'estro della giornata, dal suggerimento di una frase o di un pensiero, fosse la materia stessa del film. Una nuova riflessione su ciò che resta, su ciò che viene abbandonato, ma trova nuovi utilizzi, nuova vita. Un viaggio ancora più personale ed emozionante, in cui la Varda incontra nuovi glaneurs e spinge oltre la sua concezione del glanage come condizione prima del fare cinema.