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}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman"; }p.MsoBodyText, li.MsoBodyText, div.MsoBodyText { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 16pt; font-family: "Times New Roman"; }span.CorpodeltestoCarattere { }.MsoChpDefault { font-size: 10pt; }div.WordSection1 { page: WordSection1; }"Dopo la conquista dell'Indipendenza in India vennero
costruite molte dighe, che resero le terre molto più fertili e produttive".
Questa la versione del progresso che i bambini indiani apprendono a scuola. Ma
la battaglia che da oltre dieci anni si combatte lungo il fiume Narmada
racconta una storia ben diversa. Annunciato alla fine degli anni '70 come uno
dei più ambiziosi progetti idrici del mondo (oltre 3000 dighe di cui 30
cosiddette "˜grandi' dighe), il complesso dei lavori iniziò dalla diga di Bargi.
Alta 70 m e lunga 5 km, venne completata nel 1989, e sommerse un'area di 300
kmq, pari alla metà di Bombay: più di 100.000 gli evacuati, per la maggior
parte adivasi (ovvero indigeni) della tribù dei Gondh. Un centinaio i villaggi
originariamente previsti nel piano di sommersione ... si rivelarono molti di più,
per uno sbaglio di calcolo e senza alcun preavviso per gli abitanti. Nel 1992
le autorità decisero di misurare la capacità del bacinoinondando altri 22
villaggi (e niente indennità, unica alternativa la miseria degli slum alle
periferie delle città). Ma la diga di Bargi era solo l'inizio della storia. Un
po' più in giù, ecco la diga Sardar Sarovar (tra le più grandi del mondo, 390
kmq di bacino previsto e 240 villaggi da rilocare) già in avanzata fase di
costruzione, che promette di inondare di energia l'intero Gujarath. Finora è
solo riuscita a sommergere un patrimonio incalcolabile di umanità. Girato e prodotto in
proprio, questo documentario ha richiesto numerose spedizioni (a piedi, in
battello, nelle più remote regioni tribali del Madhya Pradesh) e ben sei anni
per essere completato. E al di là dell'impressionante resoconto del disastro
(in nome del progresso), offre una documentazione rara e perciò preziosissima
circa culture e insediamenti tribali in via di estinzione.