Nel panorama degli ordini monastici non esistono altri esempi, a parte quello dei benedettini camaldolesi, nei quali la gestione del bosco sia parte integrante delle disposizioni e della costituzione dell'ordine stesso. Per secoli essi sono stati infatti custodi del paesaggio e degli equilibri ecologici del territorio, gestendo uno sviluppo socioeconomico locale sostenibile e innescando un welfare condiviso con le popolazioni rurali locali. Un esempio di responsabilità ambientale controcorrente rispetto alla storia umana più recente che potrebbe essere sugellata da un vero e proprio codice forestale per divenire quindi parte integrante di una proposta di candidatura Unesco.