Una distesa di sabbia punteggiata da qualche nave ridotta a un relitto arrugginito: questo è il panorama che si gode dalle sponde del lago d'Aral, in Uzbekistan. Le acque lacustri ora coprono solo il 10% della superficie di un tempo, a causa di un piano voluto da Nikita Kruschev negli anni '50 per potenziare la coltivazione del cotone in Asia centrale, deviando il corso dei due principali affluenti del lago. La pesca e il turismo, fonti di sostentamento per la popolazione, sono ormai scomparsi, per non parlare dello sconvolgimento ambientale causato da un disastro di questa portata. Antonio Martino, menzione speciale per Pancevo-mrvta grad a CinemAmbiente 2007, utilizzando prezioso materiale di repertorio e interpellando gli abitanti, documenta una catastrofe simbolo dell'impatto dell'uomo sulla natura.