Regen - Rain - La pioggia


Uno stile innovativo caratterizza La pioggia, una delle opere più note e complesse di Ivens, straordinario poema originariamente muto e senza didascalie: «L'unica successione in Regen è costituita dall'inizio, dal crescendo e dalla fine dell'acquazzone. Non ci sono sottotitoli né commento. Il film deve avere un effetto puramente visivo. Attori sono la pioggia, le gocce pesanti, le persone bagnate, le nuvole scure, i riflessi scintillanti sull'asfalto bagnato e così via. La luce diffusa sulle case scure creava degli effetti che non mi sarei mai aspettato ». Il regista passò alcuni mesi senza lasciare la macchina da presa, sempre pronto a girare durante l'arrivo di un temporale, in luoghi e momenti diversi, ma il film non è propriamente un documentario: «E la pioggia non è maggiormente il concetto di pioggia, né lo stato di un tempo e di un luogo piovosi. E' piuttosto un insieme di singolarità che presenta la pioggia così com'è in sé, pura potenza o qualità che coniuga senza astrazione tutte le piogge possibili, e compone lo spazio qualsiasi corrispondente.[...] » (Gilles Deleuze). La pioggia fu subito inserito nelle programmazioni dello 'Studio 28' di Parigi, la più importante sala d'essai d'Europa. Negli anni seguenti furono composte due colonne sonore per il film, ma Ivens preferì comunque la versione muta. Insieme a Il ponte, quest'opera determinò l'affermazione internazionale del regista.

Film submission

26° Festival

CINEMAMBIENTE

05 June - 11 June 2023
TORINO

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