Dopo il successo ottenuto con Nanook, Flaherty iniziò a pensare alle
infinite possibilità del linguaggio filmico. Il cinema, infatti, non
era solo funzionale alla rappresentazione di una realtà già
precostituita, ma poteva anche essere terreno di sperimentazioni.
Oltretutto, molti dei registi a lui contemporanei andavano proprio in
questa direzione, realizzando opere che si discostavano dai prodotti
medi dell'industria cinematografica e in cui era predominante
l'attenzione per il "mezzo" cinematografico.
Questo desiderio di sperimentazione diede vita a un paio di brevi film
che, a dire il vero, ricevettero molti giudizi negativi (criticato, ad
esempio, fu The 24 Dollar Island, 1924), soprattutto da parte di chi
aveva visto in Flaherty uno dei pionieri del documentario (John
Grierson, che in seguito lavorerà con lui, era il capofila di tutti
questi dissensi). Effettivamente l'eccessiva attenzione dedicata alla
costruzione dell'immagine, la prevalenza dei movimenti di macchina, a
volte gratuiti e in grado di distogliere l'attenzione dal messaggio
informativo, poco hanno a che vedere con le riprese dell'ambiente e
degli abitanti di realtà sconosciute.
The Pottery Maker si colloca in questo periodo della filmografia del
regista. Commissionato dal Metropolitan Museum of Art, il film, però ,
non è solo un puro esercizio stilistico; nelle carrellate e nei
movimenti di macchina che percorrono i corridoi del museo e si
soffermano sui vasi ora semplici, ora decorati, ecco comparire piccoli
barlumi di quel fervore intellettuale, di quella passione del
documentare che porterà Flaherty ai suoi film successivi.
The Pottery Maker, che ebbe come sottotitolo An American Episode of the
Nineteenth Century, comprende anche una breve sequenza di tipo
drammatico che ricostruisce un episodio dell'epoca a cui appartengono i
vasi. Si vedono una donna e sua figlia, in costumi degli inizi
dell'Ottocento, che visitano il laboratorio di un vasaio. La piccola,
distratta, fa cadere e rompe uno dei vasi allineati. Il vasaio dapprima
la rimprovera ma poi le regala un piccolo oggetto di sua fabbricazione.
Dal gesto del vasaio, riprende la lunga carrellata sui vasi del
Metropolitan Museum, al cui interno, fin nei sotterranei, il breve film è
stato interamente girato.