Elio Petri


 Critico e organizzatore culturale, rigoroso intellettuale, sceneggiatore e assistente (specie di G. De Santis), documentarista, esordì con il giallo psicologico L'assassino (1961) che lo mostrò sagace nella scelta delle trame, originale nella scelta del linguaggio, abile a dirigere gli attori e si rivelò autore maturo e impegnato (anche del soggetto originale) con I giorni contati (1962), film che bene innestava, sulla radice neorealistica, una problematica esistenziale e di indagine sociale con un linguaggio moderno, da nouvelle vague, alla ricerca di uno stile cinematografico personale all'interno di generi tradizionali. In linea con un cinema che fosse strumento di crescita civile, P. esamina temi di grande attualità : l'ipocrisia e la violenza del potere, la contestazione giovanile, la mafia, la dissoluzione della classe politica. Più incerto nei successivi Il maestro di Vigevano (1963) e La decima vittima (1965), si riaffermò con la requisitoria sociale A ciascuno il suo (1967), da L. Sciascia, iniziando il sodalizio con lo sceneggiatore U. Pirro. Il film dà inizio nella sua carriera ad un cinema di impegno civile con pellicole in grado di trovare punti di contatto tra qualità e aspettativa del pubblico. Dopo Un tranquillo posto di campagna, su un tessuto psicanalitico (1968), diresse Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970, premio Oscar come miglior film straniero nel 1971), interpretato da G. M. Volonté come il successivo La classe operaia va in paradiso (1971), Palma d'oro a Cannes nel 1972: due modelli di cinema civile, sanguigno, incentrati sull'alienazione. Il primo film ruota attorno al rapporto problematico tra società , nevrosi e potere, temi puntualmente analizzati nella sua produzione. P. utilizza le nevrosi come mezzo per venire in contatto con il carattere di un personaggio. Nel secondo film il regista accentua la sua tendenza al grottesco, spinto al limite del surreale. Meno lucido invece La proprietà non è più un furto (1973), dedicato alla nevrosi "da denaro" (dopo quelle "da potere" e "da lavoro"), ma in cui si evidenzia, attraverso la forma ridondante e aggressiva, una delusione politica di fondo che in Todo modo (1976, ancora da Sciascia e ancora con Volontà) assume lugubri cadenze profetiche e in Buone notizie (1980) scomposti toni apocalittici. Per la televisione aveva curato nel 1978 un adattamento da Le mani sporche di J.P. Sartre. Nel 1981 esordì in teatro con la regia di L'orologio americano, di A. Miller, per lo Stabile di Genova, per morire l'anno successivo a 53 anni.

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05 Giugno - 11 Giugno 2023
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